venerdì 2 febbraio 2018

Ila, le Ninfe e la censura

In seguito all'intenzione di rimuovere questo meraviglioso dipinto di John William Waterhouse dal museo in cui si trova in Inghilterra (a testimoniare che non certo solo in Italia arte e cultura sono affidate a perfetti mediocri, ottusi, incompetenti ed ignoranti), dal titolo "Ila e le ninfe" - se non conoscete la storia di Ila potete leggerla su wikipedia o qualunque dizionario mitologico - che è uno dei dipinti preraffaelliti più belli e suggestivi in assoluto...ma in generale a seguito di vari eventi interconnessi che riguardano la nostra attuale civiltà, spenderò qui sopra qualche parola prima di tornare a lavoro a illustrare le fiabe tradizionali (si, sempre quelle che pretendono di censurare, alla faccia loro!). In primis, che un dipinto con dei giovani nudi femminili, con una loro naturale seduttività, possa avere in qualche modo a che fare con la campagna #MeToo e cioè una campagna contro gli abusi sessuali...beh, non so quale mente contorta possa partorire tale grottesca associazione di idee. Poi, il fatto che non si conosca né la mitologia ed il contesto panteista cui si ispira l'opera (come del resto molte altre opere preraffaellite) non è meno grave, ma soprattutto, è palese che si disconosca del tutto - e a causa di ciò venga totalmente frainteso - il simbolismo espresso da tale opera ed i significati attraverso i quali si presta ad essere interpretata. In tutto ciò, la cosa più allarmante, è che la totale ignoranza sui tesori più preziosi custoditi dalla civiltà europea (le cui radici non sono cristiane, come vorrebbero far credere certi luminari da teatrino televisivo che vanno a braccetto con le più becere estreme destre, ma assai più antiche di qualunque monoteismo) rende i medesimi, di fatto, inaccessibili al popolo: se non si comprende il valore immenso e numinoso di cui queste opere sono portatrici, non è possibile neppure trasmetterlo alle nuove generazioni. Allora si, spogliamo pure i musei delle loro opere e cediamo queste ultime a collezionisti privati che - si spera - saranno in grado di apprezzarle davvero e coglierne il valore inestimabile. Ma che, soprattutto, non si sentiranno turbati o sandalizzati dal seno scoperto di una figura adolescente che invita un giovane uomo ad entrare nell'acqua con lei: turbamento e intolleranza che sono tipici di quella società cripto-protestante da cui stanno di recente scaturendo tutte le pretese di censura più assurde, dal bacio del principe alla Bella Addormentata alle Rune sui maglioni scandinavi. La stessa società dal cui inconscio collettivo scaturisce la simpatia per lo chador, per il burqua e per tutte quelle forme di repressione-oppressione ammantata di "esotico" perché proviene da altre culture ma, nei fatti, rimarca sempre la stessa solfa: il corpo della donna è impuro, la bellezza va nascosta, la seduzione è peccato, il sesso si fa solo per fare figli, ecc. E sono proprio i complessi inconsci di questa società ad ammiccare agli estremismi delle società "altre". Se la componente dominante dell'attuale coscienza collettiva, infatti, è quella progressista e libertaria, la sua Ombra speculare è rivolta all'opposto, verso la censura dell'arte e del bello, l'intolleranza e la repressione. Ciò avviene per naturale funzione compensatrice. Questa Ombra trova espressione cosciente, per l'appunto, nelle fazioni opposte all'ideologia dominante: movimenti di estrema destra, pseudo-identitarismi ed integralismi religiosi che spuntano come funghi in risposta al flusso ideologico che domina - ma solo in superficie - le coscienze degli occidentali. Essi stanno prendendo piede, purtroppo, proprio a causa di quegli eccessi ridicoli, di quelle gravi mancanze e di quell'insieme di scelte ed intenti rivelatesi disastrosi quanto infinitamente pericolosi, di cui la politica globalista e progressista è stata fautrice, politica che si nasconde, nel nostro paese, dietro la maschera di una virtuosa sinistra che non esiste più poiché ha rinnegato da tempo i principi sui quali si fondava: ovvero quelli socialisti. Insomma, l'ignoranza e l'incompetenza della funzione primaria, razionale, della collettività, nutre i mostri della funzione inferiore della medesima collettività, i fanatismi che scaturiscono dalle pulsioni inconsce della popolazione, dalle debolezze inespresse, dalle paure, dalla frustrazione, dal bisogno di un rinnovamento spirituale e culturale che, tuttavia, si esprime nel peggiore dei modi, spesso mistificando un passato dal quale ci si dovrebbe essere emancipati ormai da tempo. Così in risposta allo pseudo-femminismo delle Femen e delle lobby che vorrebbero annientare la femminilità attraverso la cultura gender si scagliano boriosi tutti i maschi frustrati e le loro donne affettivamente dipendenti, e abbiamo (di nuovo, che persecuzione!) l'anti-femminismo, l'antiabortismo, l'apologia acritica della famiglia tradizionale - che poi è la stessa dalla quale sono scaturiti tutti i complessi a tonalità affettiva e le menomazioni emotive, e dunque avrebbe bisogno come minimo di una sana riforma, perché per quanto si fatichi a crederlo, gli stessi che oggi inneggiano alle famiglie "alternative", alla maternità surrogata e all'utero in affitto, sono figli e figlie nati e cresciuti in famiglie tradizionali; allora qualcosa è andato storto, mi sorge spontaneo pensare. E poi, ovviamente, abbiamo di nuovo l'antisemitismo, tutti gli "anti" e tutti gli "ismi" e i relativi complotti scaturiti dal disagio individuale e sociale. Veniamo dunque al punto della situazione: fiabe censurate, dipinti che si vorrebbero togliere dai musei, un bambino ebreo di 8 anni picchiato in Francia da due adolescenti. Tutto questo mi ricorda un certo periodo storico che definire tragico sarebbe un eufemismo. Siete proprio sicuri che non servano giornate della memoria? Prima di perderla del tutto, la memoria vera della nostra civiltà, di ciò che è stato e di ciò che merita di essere preservato dall'incombente distruzione e furia iconoclasta, cominciate così: caricate questo dipinto su tutte le vostre pagine e blog, e se dovessero censurarlo, caricatelo nuovamente, create altri profili, stampate i volantini del bellissimo Ila con le sue ninfette nude e appendeteli ovunque. La vera rivoluzione parte dall'arte ma, ancor prima, da noi stessi, dal nostro modo di concepire la realtà, sempre.
MR
J.W.Waterhouse, Hylas and the nymphes

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